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L'intenzione di questa esposizione è dischiudere la porta dei tempi passati e cercare di far conoscere ai nostri concittadini giovani e meno giovani, almeno una parte dell'aspetto che aveva la nostra città nell'ultimo periodo dell'Ottocento fino alla metà del Novecento quando ha visto scomparire quattro quinti del nucleo cittadino situato sulla penisola zaratina, durante i devastanti bombardamenti. Il volto cittadino dell'epoca è stato allora inesorabilmente cancellato.

Nonostante ciò, dagli archivi compaiono per fortuna, molte fotografie, cartoline e vignette della città scomparsa come testimonianza dell'aspetto di Zara di quei tempi, dei suoi abitanti e del loro modo di vivere. Si aggiungono a questi le persone provenienti dall'entroterra e dalle isole che frequentavano la città a cui gravitavano. Zara era in quel periodo sede di governatori della Dalmazia, capoluogo della Dalmazia, centro amministrativo, centro arcivescovile, centro commerciale con un'importante industria di produzione di liquori tra cui riconosciuto al livello mondiale il famoso Maraschino. Vide stabilite le linee di navigazione lungo la costa, le linee di idrovolanti che collegavano Zara al resto dell'Europa. La prima lampadina elettrica fu accesa a Zara per San Silvestro del lontano 1894 nell'allora Piazza dei Signori, prima delle altre città come a Sebenico nel 1894, a Ragusa nel 1901 o a Zagabria nel 1907.

Le vignette e le cartoline dei noti fotografi zaratini dell'epoca raccontano oggi con i loro numerosi motivi, senza aver bisogno di parole, la storia del nuovo ponte, del teatro, delle nuove calli e delle piazze e piazzette, della nuova riva con la schiera di palazzi residenziali costruiti sul luogo dove un tempo c'erano le mura e i bastioni che avevano difeso la città durante gli anni burrascosi del passato. Con l'apertura della città verso il mare nel 1868, si iniziava a respirare l'aria portata dal fresco maestrale. Il numero degli abitanti stava salendo e Zara iniziava una metamorfosi da città fortezza verso una moderna città europea con tutta l'infrastruttura necessaria per la comoda vita urbana dei suoi cittadini. Da queste immagini ingiallite e sbiadite dagli anni ci guardano le signore e i signori vestiti all'ultima moda europea mentre passeggiano sul lungomare della Riva Nuova; si alzano gli sguardi delle lavandaie con i loro mastelli nella Piazza dei Cinque Pozzi; si fanno notare gli abiti tradizionali dell'entroterra con la loro merce esposta nella Piazza delle Erbe insieme agli isolani arrivati al porto detto Fossa, remando o veleggiando nelle loro barche. Osservando attentamente le scene ci sembra come se da quelle immagini si alzassero le voci e i rumori dal porto della città, dalle sue callette e dalle piazze e dai terrazzi dei locali. Rammentiamo i gerghi e i dialetti che risuonavano una volta tra le vie della città.

Questa esposizione riporta, oltre alla mostra di un'ottantina di vecchie fotografie della città e dei suoi abitanti al volgere del secolo, una serie di trenta nuove fotografie (autori Ettore D'Aco e Ivo Kalajdžić) con motivi provenienti dagli stessi luoghi dell'odierna Zara, il tutto per avere una visione completa della nostra città. Ho il piacere di informarvi che il nostro invito a partecipare a questa esibizione è stato accolto dall'artista/stilista zaratina Ada Duka che ha illuminato le nostre sale con la mostra della sua collezione di abiti ispirati a motivi urbani zaratini. Alla fine, come ciliegina sulla torta e per la gioia di tutti, in modo particolare dei più piccoli, si presenta il grande presepe: realizzato e allestito tradizionalmente dal nostro membro Ettore D'Aco.

I visitatori, gli ospiti e i membri della nostra comunità potranno visitare e godersi l'esposizione nel suo completo allestimento fino alla festività di Sant'Anastasia ovvero fino al 15 gennaio 2021.

 

                                                                                                                    Autore:  Ivo Kalajdžić

   Traduzione: Prof. Mirta Tomas

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